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Pegaso-Free Time-Kumiai: tris d’assi per il Gender Gap

Venerdì 15 Aprile 2022 06:58 stefano
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“Divario esistente tra uomini e donne che impatta profondamente sui vari campi della vita quotidiana”. Fra le tante, possibili definizioni di gender gap, questa forse è la più semplice e al tempo stesso più chiara.


Ma più delle parole, come quasi sempre, contano i fatti. Nello specifico come fronteggiarlo, questo divario, prima per ridurlo, poi perfino annullarlo. E anche stavolta lo sport, se opportunamente interpretato e veicolato, è in grado di rivelarsi risorsa preziosa: indicando alle donne (giovanissime o adulte che siano) la strada per modificare l’opinione che esse stesse hanno del loro ruolo all’interno del sistema sportivo e abbattendo più in generale i pregiudizi culturali su discipline percepite come essenzialmente maschili in quanto basate su fattori quali la forza fisica, la resistenza, la velocità e lo spirito combattivo. Qualità che invece le donne talvolta posseggono quanto se non più degli uomini, tutto sta a trovare il modo per farle emergere.

Una dimostrazione? Il progetto “Gioca allo sport, cambia il mondo” che il Centro Provinciale Libertas di Torino, su preciso mandato dell’Ente nazionale, sta portando avanti sul territorio di propria pertinenza affidandone l’esecuzione pratica, per ogni singolo target, ad alcune delle sue associazioni-cardine. Per quanto riguarda il gender gap, lo ha fatto calando addirittura un tris d’assi, idealmente composto dalla ASD Libertas Centro Nautico Pegaso, dalla ASD Libertas Free Time Biella e dalla SSD Judo Kumiai le quali, parallelamente al loro percorso tecnico-formativo classico, ne hanno appunto disegnato uno apposito per l’occasione al fine di raggiungere con la maggior efficacia possibile quel traguardo delle pari opportunità che rappresenta in materia un obiettivo essenziale.

Il Centro Nautico Pegaso, costituito nel 1994 e presieduto da Daniele Miniotti, all’inizio si occupava soprattutto dell’agonismo di vertice, poi ha cominciato a muoversi con grande efficacia anche sul piano della promozione e della propaganda, settori del resto basilari per un’associazione Libertas. In questo progetto lavora in stretto contatto con la Free Time Biella, adeguatamente organizzata da Paola Aimone, creando un’alternanza di proposta formativa assai funzionale, suggerita e per certi versi facilitata dalla spiccata stagionalità delle discipline in oggetto.

Tutto nasce dal barefoot (sci nautico a piedi nudi), se vogliamo la versione estrema di questo sport, praticato in poche regioni d’Italia, che trova nel Piemonte (e sul lago di Viverone in particolare) la sua culla ideale da oltre 30 anni grazie anche a una collaborazione Federazione/Ente che nell’ultimo decennio si è rafforzata. Si tratta d’una disciplina tutt’altro che semplice ma proprio per questo affascinante e perfetta per dimostrare l’importanza dell’abbattimento d’un gap, qualunque esso sia. Servono equilibrio, destrezza, muscoli (l’imbarcazione procede ad almeno 60 km orari!), coraggio. In più vanno considerate altre varianti come i costi di esercizio elevati, l’abituale distanza del luogo di allenamento, le sedute brevi (15 minuti al massimo) per via dell’intensità dello sforzo richiesto, un periodo di avviamento molto lungo con l’utilizzo di minisci a scopo propedeutico.

Per questo occorrono a maggior ragione praticità e sinergie. In attesa di praticare il barefoot, ad esempio, nella sede nautica si può sviluppare il rapporto di socializzazione di allievi e famiglie con altre discipline come il SUP (stand up paddle), variante del surf che sta conoscendo anche in Italia un notevole boom, nella quale si sta in piedi su una tavola di maggiori dimensioni utilizzando una pagaia apposita. Il tutto, con le tempistiche dettate dalle esigenze e dal… clima. Da novembre a febbraio, quando le acque del lago sarebbero state decisamente poco praticabili, preparazione a secco specifica a cura della Free Time nella sua palestra e abbinata a giochi di squadra poi, a marzo e aprile, il testimone è passato al Centro Nautico Pegaso per l’avviamento al barefoot affiancato da quello al SUP.

Tutt’altro contesto logistico e ambientale ma uguale condensato di competenza-entusiasmo-concretezza alla base dell’operato del terzo asso in mano alla Libertas in questa sfida, quello rappresentato dalla SSD Judo Kumiai di Druento, opportunamente guidata dall’infaticabile Lisa Martina che dal 2011 in poi si è costantemente prefissa di allargare e affinare la propria gamma didattica, individuando via via nuove discipline da affiancare a quella di partenza. Fra queste la muay thai, nota anche come pugilato tailandese e il K-1 Rules, abilmente gestite tecnicamente da Fabio Bilanzuoli, istruttore specializzato e responsabile del corso. Cambiano dunque le dinamiche, giustamente attente a quelli che sono anche i mutamenti dei gusti e delle esigenze dell’utenza, ma non cambia lo scenario di fondo, che tale deve sempre restare: restituire allo sport quel ruolo naturale di agenzia educativa e leva sociale, fondamentale a maggior ragione quando viene applicato a discipline per così dire di combattimento.

In definitiva, 3 assi ma un solo tavolo da “sbancare”: quello del gender gap. Una partita certamente impegnativa che però, con simili carte a disposizione, la Libertas vuole, può e deve vincere.

 

Disabili: il grande lavoro di Libertas Rivoli e ACE

Mercoledì 06 Aprile 2022 11:30 stefano
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Il flagello-Covid si è abbattuto come un ciclone tropicale su milioni di individui sparsi in questo pianeta, ma su alcuni di loro ha fisiologicamente lasciato danni maggiori, a prescindere dall’entità del suo impatto sulla salute dei singoli, scombinandone radicalmente la già di per sé delicata sfera delle dinamiche sociali.


Tra questi possiamo sicuramente inserire i disabili, per i quali l’interazione passa attraverso situazioni complesse in regime di normalità, figuriamoci laddove l’emergenza veste i panni della quotidianità. Per loro, ripartire diventa quindi al tempo stesso una priorità ma anche un’ulteriore difficoltà: giusto di conseguenza farlo, doveroso però riuscirvi nel modo adeguato evitando che il rimettere in modo determinati meccanismi provochi conseguenze peggiori dell’inattività stessa.

 

Per questo la Libertas, che in questo settore opera da anni con sensibilità e competenza, ha deciso di procedere sorretta da un mix di prudenza e praticità riservandogli, nell’ambito del progetto “Gioca allo sport, cambia il mondo”, un apposito target, appunto quello della disabilità intellettiva. E il Centro Provinciale di Torino, sintonizzandosi sulla stessa lunghezza d’onda, ha conferito l’incarico di sviluppare concretamente l’iniziativa sul territorio di suo riferimento a due società di comprovata esperienza in materia: la Libertas Nuoto Rivoli e l’ACE (Associazioni Confederate Equestri), pronte ad adattare il progetto alle rispettive caratteristiche ambientali (la piscina nel primo caso, le passeggiate a cavallo nel secondo) pianificando un menù programmatico privo di confini generazionali (si va dagli undicenni ai sessantenni) e finalizzato allo sviluppo di attività inclusive e relazionali.

Del resto, alla piscina Bonadies di Rivoli il nuoto per disabili rappresenta ormai da anni un fiore all’occhiello della piattaforma didattica proposta alla clientela dalla società presieduta da Enrica Lanza e costantemente monitorata, sul piano tecnico, da Fulvio Martinetti. Una formula vincente che, proprio in quanto tale, si propone di aggiornarsi costantemente, fedele al vecchio segreto di Pulcinella secondo cui, in ogni campo, guardare avanti è fondamentale ma riuscirvi facendo tesoro del passato lo è almeno altrettanto. E così è stato anche in questo caso, col progetto (a cadenza bisettimanale) affidato a Mara Caldieri e adattato a ogni singolo partecipante al fine di raggiungere, attraverso un’appropriata attività ludico-motoria, l’opportuna confidenza con l’acqua, un elemento da vivere non come un ostacolo alla dimostrazione delle proprie capacità ma come un mezzo grazie al quale aumentare le medesime. Apprendimento e divertimento procedono di pari passo, moltiplicando in misura esponenziale l’efficacia delle varie lezioni e affinando peculiarità essenziali quali l’acquaticità, la coordinazione motoria, il rilassamento neuromuscolare, l’autonomia e la capacità di interagire con l’ambiente e le persone.

Contesto logistico diverso all’ACE, ma identica concretezza formativa, a lampante dimostrazione di come anche nel campo della disabilità le conoscenze e le conseguenti metodiche d’insegnamento si siano nel tempo evolute. Tutto infatti discende, per certi versi, da un modo nuovo d’interpretare quel rapporto col cavallo che l’uomo coltiva da sempre, avendolo nei secoli “letto” come strumento di battaglia, mezzo di trasporto, ma anche importante risorsa per l’attività agricola e ausilio prezioso in termini di sussistenza primaria. Il cavallo quindi sempre più vissuto come amico dell’uomo, in quanto compagno di viaggio generoso e disponibile, ed è essenzialmente in quest’ottica che all’ACE, sotto la presidenza dell’instancabile Vincenzo Mazzola e grazie all’attenta organizzazione di Carla Di Leverano, hanno deciso di concepire l’equitazione come occasione imperdibile anche per l’attività espressamente rivolta ai disabili, in modo da mettere a loro agio persone con difficoltà sia fisiche sia comportamentali, aiutandole a modulare meglio la regolazione dei propri impulsi motori e aumentare la capacità di stare in equilibrio. L’armonia e coordinazione del cavallo, ma anche se non soprattutto la sua sensibilità, si trasferiscono infatti progressivamente in chi lo cavalca, creando una simbiosi funzionalissima e per certi versi inimmaginabile.

La morale di fondo? Che a nuoto o a cavallo l’obiettivo resta lo stesso: ridurre le distanze. Libertas Rivoli e ACE dimostrano che si può farlo e anche bene.

 

Libertas Rivoli e Iride, binomio vincente per gli Inattivi

Giovedì 17 Marzo 2022 10:42 stefano
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Potrà sembrare un paradosso, ma sovente le azioni più semplici sono anche quelle più difficili da compiere bene.

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Mulè e Kumiai, sfida al disagio socio-economico

Lunedì 28 Marzo 2022 19:51 stefano
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Ci sono tante piaghe della società contemporanea che lasciano strascichi evidenti sulla collettività: la povertà, le malattie, l’intolleranza e l’indifferenza, per citarne 4 più o meno a caso.


Ce n’è poi una più subdola, meno apparente ma non per questo meno deleteria, che anzi in qualche modo ingloba le altre e da esse per certi versi discende: si chiama disagio, nel senso più ingombrante del termine.

 

Il disagio provoca fragilità, soprattutto quello socio-economico e sovente si accompagna ad altre negatività quali la carenza culturale e la precarietà. A volte si percepisce chiaramente, più spesso invece s’incunea nella vita quotidiana, quasi si nasconde e sta alle persone e associazioni dotate di particolare sensibilità individuarlo, affrontarlo, sconfiggerlo.

Anche per questo, la Libertas ha fatto della lotta al disagio uno dei propri cavalli di battaglia (a maggior ragione adesso che la “ricostruzione” post covid necessita di iniziative forti e soprattutto concrete) inserendolo fra i target in cui si articola il progetto “Gioca allo sport, cambia il mondo”. Dal generale al particolare, il testimone è stato prontamente raccolto, secondo tradizione, dal Centro Provinciale di Torino che ha individuato nell’ASD Team Mulè e nella S.S.D. a.R.L. Kumiai (già da tempo attive sia sul fronte promozionale sia dal punto di vista agonistico) le società più indicate per concretizzare sul territorio i dettami dell’iniziativa in oggetto, il cui scopo è fornire un sostegno per l’incremento della pratica sportiva nelle fasce sociali più in difficoltà che, viste le ristrettezze finanziarie, non potrebbero altrimenti effettuarla. Il diritto allo sport (ma anche al gioco) diventa quindi una chance di formazione e si porta dietro altri due obiettivi irrinunciabili: accrescere l’autostima dell’individuo e favorirne uno sviluppo della personalità equilibrato.

Il Team Mulè vive soprattutto sul vulcanico dinamismo di Alfredo: presidente, maestro, Cavaliere dello Sport ma innanzitutto grande appassionato, entrato nel mondo del Taekwon-Do quasi come un pioniere e se vogliamo per vocazione, poi capace di crescere sempre più (seppur fra mille difficoltà, specie all’inizio) fino a diventare un punto di riferimento, non solo sportivo, per Vinovo e dintorni.

Dotato di grande spirito di iniziativa, abile a cavalcare nella giusta misura i nuovi orizzonti comunicativi dei media (soprattutto i social), Alfredo Mulè ha presto coinvolto i figli Gaia e Lorenzo (ora affermati istruttori) e può contare sull’esperienza di Tarcisio Martella, Gran Master IX dan e presidente dell’ITF Union Italia. La sua è un’attività a 360 gradi, con particolare attenzione per i problemi emergenti, come dimostrano gli appositi corsi anti-bullismo organizzati in questi anni. Il tutto sempre nel rispetto dei valori-base della disciplina: cortesia, integrità, perseveranza, autocontrollo e spirito indomito.

La SSD Kumiai nasce nel 2011 dalla fusione di diverse società che collaboravano già da qualche anno, come il Judo Kimochi di Alpignano, l’MK Team di Druento e il Club 2001 di Avigliana. Kumiai in giapponese vuol dire unione ed è proprio in linea con questa definizione che il nuovo club si forma e cresce con rapidità pari all’efficacia. Già nel 2012 arriva la sede unica (a Druento) e man mano le attività aumentano: via libera al fitness e wellness, anche se il judo resta il nucleo forte del team. Con oltre 100 atleti dai 3 ai 20 anni, la Kumiai veleggia costantemente nei piani alti del panorama nazionale della FULKAM e festeggia la convocazione in azzurro dei suoi migliori atleti. Ma l’attività prosegue parallelamente sul binario socio-promozionale, con nuove iniziative e l’apertura nei confronti di società che, pur conservando le proprie specificità, operano di concerto con la Kumiai a Bolzano e a Martina Franca.

Quanto al Progetto, sotto l’attenta guida di Lisa Martina (allenatrice e cintura nera 4° dan di judo) e del responsabile del corso Andrea Comitangelo è in svolgimento un nutrito programma di avvenimenti con verifiche in itinere e momenti di sintesi del lavoro effettuato, fra cui la consegna delle cinture (19 febbraio) e gli allenamenti collegiali calendarizzati ad aprile e maggio.

Che sia taekwondo o judo, il filo conduttore resta in sintesi piacevolmente uguale: una pratica sportiva sana, rispettosa degli altri ma anche se non innanzitutto di sè stessi e dei propri valori, ispirata costantemente dal desiderio di difendere e non da quello di offendere. In una parola, lo sport. Ma quello con la s maiuscola.

 

Al via il progetto "Gioca allo sport, cambia il mondo"

Lunedì 24 Gennaio 2022 16:53 stefano
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Il progetto “Gioca allo sport. Cambia il mondo”, promosso dal Dipartimento dello Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri è stato pensato per intervenire in quei contesti in cui la crisi legata all’emergenza Covid-19 ha reso ancora più sfilacciate le maglie del tessuto sociale.

Ultimo aggiornamento ( Giovedì 03 Marzo 2022 18:17 ) Leggi tutto...
 

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