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“Gioca allo Sport, Cambia il mondo”: l’intervento di Martinetti

Lunedì 20 Giugno 2022 06:55 stefano
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L’ultimo giorno di scuola è tradizionalmente sinonimo di festa e al tempo stesso occasione di bilancio, di analisi delle cose belle realizzate durante l’anno e di sani propositi di fare, in quelli successivi, ancora meglio.

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Libertas e Mulè, quando il gioco di squadra trionfa

Venerdì 10 Giugno 2022 13:28 stefano
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Nello sport, nella vita, in ufficio: ovunque e comunque, si sente ormai pressoché quotidianamente parlare di gioco di squadra.


Sovente è la classica formuletta un tantino retorica, buona per tutte le situazioni ma sostanzialmente fine a sè stessa, talvolta invece riflette null’altro che la pura e semplice verità. La sempre più continua e proficua collaborazione fra il Team Mulè e la Libertas appartiene sicuramente a questa seconda categoria. Un lavoro serio, capillare, sviluppato su molteplici fronti e con un unico comun denominatore: dimostrare che anche nel ventunesimo secolo valori come pratica sportiva, attività promozionale e sensibilità sociale possono, anzi devono coesistere e moltiplicarsi.

 

Un esempio? Lo stage nazionale di taekwondo svoltosi al palazzetto di Tetti Rosa (Vinovo), patrocinato dal Comune e dalla Regione, il tutto supportato dalla preziosa assistenza della Croce Verde locale. Una rassegna di alto profilo, inevitabilmente condizionata nei tempi e modi di attuazione dal ciclone-covid ma che finalmente si è potuta realizzare grazia all’entusiastica organizzazione dell’Asd Team Mulè e sotto la direzione tecnica di due “pilastri” del calibro del Gran Master Tarcisio Martella e del suo vice Maestro Claudio Fiorentino, rappresentanti della Itf Union Italia.

Un weekend intenso e al tempo stesso snello nel suo sviluppo programmatico, con la partecipazione dei numerosi beniamini di casa ma anche di atleti provenienti da palestre di tutta Italia e un efficace mix fra parte teorica dedicata alla formazione, passaggi di cintura e “Giuramento dell’Atleta del taekwondo”. La riuscita dell’evento si può misurarla in vari modi, la cartina di tornasole in questo caso più opportuna è però probabilmente quella documentata dalle dichiarazioni di chi, a vario titolo, ha contribuito all’allestimento e alla funzionalità dell’iniziativa.

Innanzitutto Enrica Lanza, presidente regionale Libertas che, con la sua consueta praticità, ha sottolineato soprattutto l’efficacia operativa della rassegna: “Siamo felici di essere in qualche modo parte integrante dell’ennesimo traguardo di prestigio, non solo sportivo, raccolto dal Team Mulè ma non ne sono minimamente sorpresa, considerando il gran rapporto instauratosi, a tutti i livelli, tra il nostro Ente e un’associazione così attiva e strutturata”.

Sulla stessa lunghezza d’onda Fulvio Martinetti, presidente del Centro provinciale Libertas di Torino: “Stiamo raccogliendo i frutti d’un paziente lavoro congiunto che portiamo avanti ormai da anni e in vari settori. A conferma che certi percorsi sinergici, se ben veicolati, sono in grado di andare ben oltre i confini che invece limiterebbero il potenziale delle singole entità”.

Bello e per alcuni versi quasi doveroso concludere con la gioia di Alfredo Mulè, il vulcanico factotum di questo come di tanti altri “momenti” del Team: “Simili giornate di condivisione e socializzazione valgono oro non solo per i risultati tecnici che consentono di ottenere ma anche, se non soprattutto, perché dimostrano nei fatti come le arti marziali rappresentino una preziosa occasione di divertimento e al tempo stesso maturazione, in particolare per i più piccoli”.

Eccolo, il gioco di squadra. Quello che fa segnare tutti: campioni e comprimari, dirigenti e atleti, vecchi e giovani. E soprattutto non fa mai perdere “veramente” nessuno, a prescindere dal risultato.

 

Camminare e pensare: quando far sport diventa libro

Sabato 16 Aprile 2022 08:05 stefano
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Ci sono abitudini e stili di vita che la pandemia ha stravolto, altri invece che si sono semplicemente adattati alla stessa per sopravvivere, in qualche modo riuscendoci. Camminare e pensare rientrano abbondantemente in questa categoria.


Innanzitutto perché vengono sicuramente facilitati (specie il primo) dai luoghi aperti ma non del tutto impediti da quelli chiusi, in secondo luogo perché forse mai come nei momenti destabilizzanti l’essere umano ha bisogno di spazi, di qualunque natura essi siano, grazie ai quali respirare e per certi versi liberarsi, se non in volo, quanto meno dentro.

 

Forse anche per le ragioni di cui sopra, c’è chi questo tandem comportamentale ha deciso non solo di praticarlo ma pure di documentarlo e raccontarlo attraverso un libro. Si chiama Pippo Degrandi, è un giornalista professionista dal 1988 (2 Olimpiadi come inviato all’attivo) e consulente Libertas per la comunicazione ormai da qualche anno, un discreto passato agonistico alle spalle ma soprattutto l’intatta voglia di vivere il mondo sportivo contestualizzandolo il più possibile con la realtà del momento. Così è nato FAI CAMMINARE I TUOI PENSIERI, recentemente pubblicato da Pathos Edizioni. Un diario, molto prima che un libro, meglio ancora un matrimonio fra lo sport praticabile dal corpo e quello richiesto dalla testa per essere completamente a suo agio. Oppure, come del resto suggerisce il sottotitolo, un viaggio tra mente e coscienza, laddove le urgenze di risposte da ricevere presentate dalla seconda rimbalzano prepotentemente fino ai piani alti abitualmente frequentati dalla prima e creano un sano contraddittorio dialettico, dalle dinamiche quasi mai scontate.

Se invece si preferisce banalizzare, FAI CAMMINARE I TUOI PENSIERI è un resoconto, forse in taluni passaggi fin troppo dettagliato e prolisso, di ciò che si pensa camminando o, meglio ancora, grazie al cammino, ma una chiave di lettura simile rischia d’essere un tantino riduttiva rispetto al quadro d’insieme dell’opera che prende sì spunto da episodi quotidiani e in quanto tali sovente minimali ma poi spazia su terreni e considerazioni potenzialmente validi o comunque interessanti anche per chi, di quella specifica contingenza, non è a conoscenza e non avverte nemmeno il bisogno di esserne messo al corrente.

Certo, non è un libro nel senso classico del termine e anzi, chi di ciò va in cerca rimarrebbe probabilmente deluso. Ma la prospettiva da cui porsi, per approcciarsi eventualmente alla lettura, è infatti l’esatto opposto rispetto a quella che tradizionalmente accompagna la scelta d’un romanzo in generale e di un giallo in particolare: non un robusto e possibilmente accattivante filo logico da cui farsi guidare ma un imprevedibile slalom fra le emozioni quotidiane come solo i pensieri, nella loro ingestibilità, possono offrirti. Per questo, anziché consumarlo pagina dopo pagina (in tutto sono 326), il consiglio che viene spontaneo darvi è frequentarlo saltabeccando qua e là, tra un giorno e l’altro dei 100 in cui il viaggio si articola, lasciandosi magari incuriosire dal titolo della singola puntata, riportato in quello che non a caso l’autore ha deciso di chiamare indice del cammino. Seguendo questa traccia, si scoprirà che ogni pensiero quotidiano gode di vita propria (non ha cioè bisogno dei precedenti né dei successivi per avere un senso) ma al tempo stesso è giustificato, quasi legittimato dagli altri 99.

Se tutto ciò ha stuzzicato la vostra voglia di andare oltre, non vi resta che cercare FAI CAMMINARE I TUOI PENSIERI su www.pathosedizioni.it, alla sezione manuali della home o direttamente sul catalogo. Buona lettura, pardon buon cammino a tutti!

Ultimo aggiornamento ( Mercoledì 27 Aprile 2022 20:13 )
 

Gioca allo sport, cambia il mondo: open day di qualità

Mercoledì 27 Aprile 2022 20:36 stefano
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Uno, nessuno e centomila. Riadattando e parafrasando il titolo d’uno dei più famosi romanzi di Pirandello, potrebbe essere questa, con le debite proporzioni, l’etichetta qualificante l’Open Day Regionale con cui la Libertas piemontese ha idealmente concluso il suo percorso nell’ambito di “Gioca allo sport, cambia il mondo”, il progetto che l’Ente Nazionale ha incaricato gli organismi territoriali di rendere operativo per aiutare la popolazione, soprattutto quella maggiormente afflitta da difficoltà, a rimettersi in cammino dopo i dolorosi stop imposti dal covid.


Percorso che in Piemonte si è essenzialmente sviluppato su due binari, quelli rappresentati dai Centri Provinciali di Torino e Novara e ha riguardato tutti e 5 i target di riferimento: inattività, disabilità, fragilità socio-economica (catalogabile anche come disagio), gender gap e minoranze etniche.

 

Uno, per tornare a Pirandello, è appunto il progetto ma anche l’evento-cardine che ne ha in qualche modo tirato le fila. A ospitarlo sono stati, il 24 aprile, i due laghi di Avigliana intorno ai quali 175 walkers hanno dato vita al loro raduno inanellando, ciascuno secondo le proprie capacità e velleità podistiche, circa 10,5 km alla presenza del sindaco Archinà e dell’assessore allo sport Tavan, con un solo, indiscusso vincitore: l’allegria.

Nessuno, sempre rifacendosi all’antico best seller letterario, è invece il confine formativo e temporale del progetto, nato da una precisa esigenza sociale ma potenzialmente in grado di produrre i propri benefici ben oltre la conclusione, che tutti ci auguriamo prossima, del periodo emergenziale.

Centomila (numero in tal caso volutamente simbolico) sono infine le concretizzazioni che il disegno-base ha trovato, vale a dire i singoli open day allestiti in questi mesi dalle 9 società piemontesi impegnate nell’iniziativa.

Instancabile, anche in questo caso, l’ASD Iride Rivoli (target inattivi), ormai un’istituzione nel nordic walking, che il 19/3 a Villafranca Piemonte ha organizzato un’escursione lungo il Sentiero delle Ochette, il 26/3 una passeggiata a Chivasso e il 9/4 un’uscita al Vallone del Fronteglio (borgata Gaudi Pontepietra, sentiero della vite).

C’è stato spazio anche per il gioco di squadra, grazie al lavoro dell’ASD Libertas Centro Nautico Pegaso e dell’ASD Freetime (gender gap), relativamente al barefoot (sci nautico a piedi nudi) e al SUP (una variante del surf in grande espansione), prima con un periodo di preatletismo generale, quindi con un’attività specifica sul lago di Viverone, unendo in entrambi i contesti le forze.

C’è poi chi ha raddoppiato i campi d’azione, occupandosi di 2 target. E’ il caso dell’ASD Libertas Nuoto Rivoli, la cui solidità e funzionalità non necessitano più di presentazioni, impegnata alla piscina Bonadies con i disabili e gli inattivi in un itinerario didattico sfociato in altrettanti open day, rispettivamente il 2 e il 9 aprile, così come della SSD Kumiai Druento, pronta a lottare contro la fragilità col judo (evento-principe il 9/4) e a occuparsi del gender gap attraverso la muay thai, nota anche come pugilato tailandese (open day il 24/4 preceduto a marzo da un incontro col rinomato tecnico Ruben Sciortino). Ma anche delle due società di Novara: l’ASD Libertas Nuoto (inattivi e minoranze etniche) e la GSD Libertas Rapid Calcio (gender gap e fragilità), fedeli interpreti d’un percorso sul territorio che l’Ente promuove con efficacia ormai da parecchi anni.

Chiudiamo con altrettanti “vulcani”, vale a dire 2 club infaticabili per idee, iniziative e aggiornamenti, in quanto guidati da persone abituate a pensare sport… 25 ore al giorno. Un identikit che conduce automaticamente all’ASD Libertas Team Mulè, impegnatissima nel target fragilità con una piattaforma didattica basata sul taekwondo, culminata in vari open day e sorretta da un’adeguata visibilità soprattutto sul territorio (Vinovo e dintorni) e all’ACE (Associazioni Confederate Equestri), capace di proporre l’orientamento a cavallo come risorsa preziosa anche per l’attività con i disabili: da Avigliana al Castello di Rivoli, nella riserva naturale della Vauda oppure tra vigneti e noccioleti delle Langhe, fino all’open day del 23/4 a Giaveno, caratterizzato da entusiasmo e folta partecipazione (70 i partenti) per le vie delle storiche borgate del paese, al quale hanno presenziato anche il sindaco Carlo Giacone e il suo vice Stefano Olocco.

Sì: uno, nessuno e centomila. Perché anche i progetti, esattamente come i sogni, a volte si rincorrono l’uno con l’altro e non si fermano davanti a nulla. Nemmeno a ciò che, a chi non osa osare, sembra un limite invalicabile.

 

Pegaso-Free Time-Kumiai: tris d’assi per il Gender Gap

Venerdì 15 Aprile 2022 06:58 stefano
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“Divario esistente tra uomini e donne che impatta profondamente sui vari campi della vita quotidiana”. Fra le tante, possibili definizioni di gender gap, questa forse è la più semplice e al tempo stesso più chiara.


Ma più delle parole, come quasi sempre, contano i fatti. Nello specifico come fronteggiarlo, questo divario, prima per ridurlo, poi perfino annullarlo. E anche stavolta lo sport, se opportunamente interpretato e veicolato, è in grado di rivelarsi risorsa preziosa: indicando alle donne (giovanissime o adulte che siano) la strada per modificare l’opinione che esse stesse hanno del loro ruolo all’interno del sistema sportivo e abbattendo più in generale i pregiudizi culturali su discipline percepite come essenzialmente maschili in quanto basate su fattori quali la forza fisica, la resistenza, la velocità e lo spirito combattivo. Qualità che invece le donne talvolta posseggono quanto se non più degli uomini, tutto sta a trovare il modo per farle emergere.

Una dimostrazione? Il progetto “Gioca allo sport, cambia il mondo” che il Centro Provinciale Libertas di Torino, su preciso mandato dell’Ente nazionale, sta portando avanti sul territorio di propria pertinenza affidandone l’esecuzione pratica, per ogni singolo target, ad alcune delle sue associazioni-cardine. Per quanto riguarda il gender gap, lo ha fatto calando addirittura un tris d’assi, idealmente composto dalla ASD Libertas Centro Nautico Pegaso, dalla ASD Libertas Free Time Biella e dalla SSD Judo Kumiai le quali, parallelamente al loro percorso tecnico-formativo classico, ne hanno appunto disegnato uno apposito per l’occasione al fine di raggiungere con la maggior efficacia possibile quel traguardo delle pari opportunità che rappresenta in materia un obiettivo essenziale.

Il Centro Nautico Pegaso, costituito nel 1994 e presieduto da Daniele Miniotti, all’inizio si occupava soprattutto dell’agonismo di vertice, poi ha cominciato a muoversi con grande efficacia anche sul piano della promozione e della propaganda, settori del resto basilari per un’associazione Libertas. In questo progetto lavora in stretto contatto con la Free Time Biella, adeguatamente organizzata da Paola Aimone, creando un’alternanza di proposta formativa assai funzionale, suggerita e per certi versi facilitata dalla spiccata stagionalità delle discipline in oggetto.

Tutto nasce dal barefoot (sci nautico a piedi nudi), se vogliamo la versione estrema di questo sport, praticato in poche regioni d’Italia, che trova nel Piemonte (e sul lago di Viverone in particolare) la sua culla ideale da oltre 30 anni grazie anche a una collaborazione Federazione/Ente che nell’ultimo decennio si è rafforzata. Si tratta d’una disciplina tutt’altro che semplice ma proprio per questo affascinante e perfetta per dimostrare l’importanza dell’abbattimento d’un gap, qualunque esso sia. Servono equilibrio, destrezza, muscoli (l’imbarcazione procede ad almeno 60 km orari!), coraggio. In più vanno considerate altre varianti come i costi di esercizio elevati, l’abituale distanza del luogo di allenamento, le sedute brevi (15 minuti al massimo) per via dell’intensità dello sforzo richiesto, un periodo di avviamento molto lungo con l’utilizzo di minisci a scopo propedeutico.

Per questo occorrono a maggior ragione praticità e sinergie. In attesa di praticare il barefoot, ad esempio, nella sede nautica si può sviluppare il rapporto di socializzazione di allievi e famiglie con altre discipline come il SUP (stand up paddle), variante del surf che sta conoscendo anche in Italia un notevole boom, nella quale si sta in piedi su una tavola di maggiori dimensioni utilizzando una pagaia apposita. Il tutto, con le tempistiche dettate dalle esigenze e dal… clima. Da novembre a febbraio, quando le acque del lago sarebbero state decisamente poco praticabili, preparazione a secco specifica a cura della Free Time nella sua palestra e abbinata a giochi di squadra poi, a marzo e aprile, il testimone è passato al Centro Nautico Pegaso per l’avviamento al barefoot affiancato da quello al SUP.

Tutt’altro contesto logistico e ambientale ma uguale condensato di competenza-entusiasmo-concretezza alla base dell’operato del terzo asso in mano alla Libertas in questa sfida, quello rappresentato dalla SSD Judo Kumiai di Druento, opportunamente guidata dall’infaticabile Lisa Martina che dal 2011 in poi si è costantemente prefissa di allargare e affinare la propria gamma didattica, individuando via via nuove discipline da affiancare a quella di partenza. Fra queste la muay thai, nota anche come pugilato tailandese e il K-1 Rules, abilmente gestite tecnicamente da Fabio Bilanzuoli, istruttore specializzato e responsabile del corso. Cambiano dunque le dinamiche, giustamente attente a quelli che sono anche i mutamenti dei gusti e delle esigenze dell’utenza, ma non cambia lo scenario di fondo, che tale deve sempre restare: restituire allo sport quel ruolo naturale di agenzia educativa e leva sociale, fondamentale a maggior ragione quando viene applicato a discipline per così dire di combattimento.

In definitiva, 3 assi ma un solo tavolo da “sbancare”: quello del gender gap. Una partita certamente impegnativa che però, con simili carte a disposizione, la Libertas vuole, può e deve vincere.

 

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